»LIMONOW«


von
Emmanuel Carrère



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Emmanuel Carrère: Limonov

Benedetta Ventrella

Emmanuel Carrère, uno dei più importanti scrittori francesi contemporanei, dedica a Eduard Limonov una corposa biografia che gli è costata più di quattro anni di ricerche.

Carrère ha individuato in Limonov un personaggio-chiave che gli permette di raccontare le storie e la Storia dell’Europa post-comunista. Limonov è una biografia che si legge come un romanzo, perché romanzesca è la vita del suo protagonista, ma il libro ha molte dimensioni: Carrère è uno dei massimi esponenti di una scrittura ibrida, che fonde saggistica e autobiografia, e il libro è anche la rappresentazione dell’incontro dell’autore con l’altro.

Ma chi è Eduard Limonov?

Limonov è uno scrittore e un uomo politico russo; in Italia sarebbe definito «scomodo». Non solo. È un uomo d’azione, un soldato, forse un assassino, un po’ fascista, un po’ comunista – ha fondato in Russia il Partito Nazionalbolscevico, oggi fuorilegge, nel 1992, e la sua ideologia contraddittoria potrebbe essere accostata a quella fascio-comunista che Antonio Pennacchi ha raccontato nei suoi romanzi.

Limonov è stato un poeta underground, un dandy con un ciuffo da rocker, un barbone col cappotto dell’Armata russa, il maggiordomo di un miliardario americano: ha avuto tante vite come un gatto selvatico tra l’Ucraina, Mosca, Parigi, New York, la Serbia e i desolati altipiani asiatici. Ha attraversato la seconda metà del Novecento da protagonista, sgomitando per arrivare in prima linea ovunque ardesse il fuoco di una battaglia che lo chiamava in causa.

Molti lettori hanno detto che Limonov è un libro affascinante, nonostante non si riesca ad entrare in empatia con il suo protagonista: non è facile identificarsi in lui perché è troppo estremo, troppo distante da noi, portatore di una radicalità a cui non siamo più abituati.

La disperata vitalità di Eduard Limonov è qualcosa che abbiamo perduto, in questo Occidente che ricorda l’«Impero alla fine della decadenza» di una famosa poesia di Paul Verlaine («Languore»): noi europei occidentali siamo quell’Impero alla fine della decadenza, guardiamo passare «i grandi barbari bianchi», tra cui c’è Eduard Limonov; ci annoiamo e componiamo «acrostici indolenti» mentre poco lontano infuriano «lunghe battaglie cruente». Sono le guerre e le lotte di Limonov, un personaggio che ci parla di noi mostrandoci ciò che non siamo e, forse, anche ciò che non vogliamo. In fondo le comodità borghesi e la tecnologia che pervade la vita quotidiana ci soddisfano e ci accontentano: commentare uno status o scrivere un tweet ci basta per sentirci parte della storia.


«Oblomov Press», 8 decembre 2012

Eduard Limonow

Original:

Benedetta Ventrella

Emmanuel Carrère: Limonov

// «Oblomov Press» (it),
08.12.2012